La mostra Corpi Fluttuanti di Aurora Pellizzi a Città del Messico

La mostra Corpi Fluttuanti di Aurora Pellizzi a Città del Messico

Ore 04.48 – Disegnata appositamente per gli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura, la mostra Corpi Fluttuanti di Aurora Pellizzi presenta due nuclei di opere inedite che, realizzate con ayate (tela naturale fatta di fili derivati dalla fibra dell’agave) e scampoli di tessuto, esaltano la leggerezza e la fluidità del corpo umano.

Al centro del lavoro di Aurora Pellizzi è soprattutto il corpo femminile: un corpo che si smonta, si trasforma e si fa linea fino a trasformarsi in un motivo geometrico ispirato sia all’iconografia rinascimentale che al pop americano e ai motivi tradizionali dei tessuti messicani. Rappresentativa in tal senso è la serie Plastex, fatta di corpi placidi e solitari di nuotatrici, assimilabili quasi a divinità acquatiche, che fluttuano fra le onde e sembrano fondersi con il paesaggio e lo spazio circostanti.

Per produrre questa serie, Aurora Pellizzi ha intessuto fili di plastica sulla trama dell’ayate. D’etimologia náhuatl, l’ayate è una tela tessuta a mano che risale alle civiltèa mesoamericane: le fibre delle foglie dell’agave, tessute a maglia larga, producono così un tessuto leggero e resistente, utilizzato soprattutto in agricoltura per raccogliere e trasportare con sè oggetti e prodotti.

Ispirata dallo sconcerto che si diffuse a Città del Messico subito dopo il sisma del 2017, l’artista iniziò a raccogliere migliaia di borse di plastica di tutti i colori così da ottenere un’ampia gamma cromatica cui attingere. Il suo obiettivo era creare giacigli per ricoveri improvvistati, migliorandone il confort e allo stesso tempo trasformare in oggetti utili materiali di scarto.

La tessitura della plastica si rivelò poco funzionale rispetto all’urgenza del momento e con il tempo il progetto s’è trasformato nelle opera della serie Plastex che si espongono qui per la prima volta e i cui ricavati dalla vendita saranno in parte donate alla Brigada de Rescate Topos. Con la collaborazione di una comunità di tessitrici degli altopiani di Temoaya, Aurora ha intessuto gli scampoli delle borse di plastica all’ordito della tela d’ayate, creando così volume e tridimensionalità.

La seconda serie di opere, Mojiganga, è rappresentata da ritratti che utilizzano come supporto tela di strofinacci di vario colore. Coltivando l’interesse nei confronti degli innesti culturali fra il mondo rurale e la cività urbana, fra il pre-moderno e la modernità, Aurora Pellizzi ha individuato nella produzione degli strofinacci l’uso di tecnicologia tessilie ancestrale. I ritratti che compongono la serie incorporano oggetti d’uso domestio (grattugie per il formaggio, mollette, spugne, ganci di sicurezza per porte) rifunzionalizzati per rappresentare le espressioni dei soggetti ritratti.

Il titolo, Mojigangas, allude alla tradizione delle sfilate di Carnevale che si allestivano in Messico in contesti pubblici intorno al XVII sec. Durante le sfilate, gli attori ballano camuffati con maschere burlesche e caricaturali, che celano il volto permettendo loro di dar voce a pulsioni altrimenti censurate.

Raccolta di borse di plastica: per tutta la durata della mostra, dal 13 al 31 agosto, l’Istituto Italiano di Cultura sarà punto di raccolta di borse di plastica che verranno utilizzate per la creazione di nuove opere della serie Plastex.

Curatrice: Martina Sabbadini

Biografia

Aurora Pellizzi vive e lavora a Città del Messico. Figlia di due antropologi, è nata nel 1983 ed è cresciuta tra New York e il Messico centro-meridionale. Ha studiato arte presso la Cooper Union School (BFA, 2010) e storia dell’arte presso la New York University (BFA, 2005). Mescola suggestioni accedemiche della tradizione pittorica e scultorea con processi e materiali artigianali. Nel suo lavoro privilegia tecniche tessili pre-industriali, come la tessitura al telar de cintura (telaio che si colloca intorno al punto vita) e bagni di colore con tinte naturali. Superando le tradizionali divisioni fra le belle arti e l’arte applicata, fra la bidimensionalità e la tridimensionalità, Aurora Pellizzi crea superfici e volumi che danno vita ai soggetti rappresentati in uno spazio pittorico evocativo.

I suoi lavori sono stati esposti in Austria, Colombia, Francia, Italia, Messico, Marocco, Gran Bretagna e Stati Uniti. In Messico ha esposto presso il Museo de Arte Maya di Cancún, il Museo de Artes Populares e prossimamente esporrò al Franz Mayer. Le pubblicazioni Serpientes e Transfiguration accompagnano le sue più recenti mostre personali.

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