Ore 12:53 – È pronto sulla rampa di lancio il razzo della missione Artemis 1, il secondo volo di collaudo, senza equipaggio, dell’Orion MPCV e il primo lancio del vettore Space Launch System (SLS) per il ritorno alla Luna.
Il lanciatore è ora installato sulla piattaforma 39B del Kennedy Space Center a Cape Canaveral e sono tre al momento le possibili date, la prima delle quali è fissata alle 7,33 ora del Messico centrale (le 14,33 italiane) del 29 agosto. In caso di rinvio, le altre due date individuate dalla Nasa sono le 11,48 del 2 settembre e le 16,12 del 5 settembre.
Artemis 1 ha lo scopo di dimostrare l’affidabilità dell’SLS e dei sistemi principali dell’Orion, incluso il modulo di servizio, in preparazione di un volo con equipaggio, e di collaudare lo scudo termico in un rientro ad alta velocità.
La versione Block 1 dell’SLS utilizzata per questa missione ha due razzi a propellente solido modificati a cinque segmenti, uno stadio principale spinto da quattro motori RS-25, già utilizzati sullo Space Shuttle, e un secondo stadio derivato dal Delta Cryogenic Second Stage.
Il modulo di servizio —che fornirà propulsione, energia elettrica, termoregolazione e supporto vitale al modulo dell’equipaggio— è stato sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea e costruito da Airbus Defence and Space.
Rispetto all’EFT-1 —il primo volo dell’Orion MPCV— il modulo dell’equipaggio include modifiche ai componenti per ridurne la massa. Anche se la missione non avrà astronauti a bordo, la capsula è dotata di un sistema di supporto vitale completo e funzionante.
Inizialmente la missione prevedeva un sorvolo della Luna lungo una traiettoria di ritorno libero, con rientro sulla Terra 7-8 giorni dopo il lancio. Tuttavia, in seguito allo sviluppo dell’Asteroid Redirect Mission, il piano di volo è stato modificato per prolungarne la durata a tre settimane e portare l’Orion su un’orbita distante retrograda attorno alla Luna, in preparazione di un futuro rendezvous tra un Orion con equipaggio e un asteroide sulla stessa orbita.
Tecnologia italiana
La missione utilizzerà molta tecnologia italiana, nata dalla collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Leonardo e Thales Alenia Space, che hanno costruito per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) componenti del modulo di servizio ESM (European Service Module) di Orion. A bordo c’è anche il nanosatellite italiano ArgoMoon, realizzato da Argotec e coordinato dall’ASI, unico scelto dalla NASA tra quelli proposti in campo europeo. Il nanosatellite scatterà immagini della missione e testerà nuovi sistemi di comunicazione.