Italia: dalla prima seduta del Parlamento al nuovo governo

Italia: dalla prima seduta del Parlamento al nuovo governo

Ore 18.03 – A una settimana dal voto politico del 25 settembre continuano le consultazioni informali di Giorgia Meloni, a Roma, con l’obiettivo di ricevere l’incarico dal Capo dello Stato, partire con gli incontri ufficiali e presentare la lista dei ministri forse anche in tempo utile per partecipare in prima persona al Consiglio europeo di ottobre a Bruxelles. La crisi energetica è il vero banco di prova del futuro esecutivo e l’intenzione è far presto per affrontare la crisi legata agli aumenti del costo dell’energia e per approvare entro l’anno la legge di Bilancio: l’ambizione è perciò chiudere la partita possibilmente entro il 20 ottobre. Ma strada per la formazione del nuovo governo è scandita da passaggi istituzionali obbligati che segnano l’avvio di ogni nuova legislatura. Ecco le date che potrebbero portare alla nascita del 67esimo governo della storia repubblicana dell’Italia, il primo guidato da una donna.

Prima riunione delle Camere: 13 ottobre

Un giorno certo è giovedì 13 ottobre, quando si dovranno riunire, per la prima volta, le Camere. L’articolo 61 della Costituzione prevede che i due rami del Parlamento vengano convocati «non oltre il ventesimo giorno» dal voto. Il 13 ottobre sarà una data spartiacque perché a partire dalla seduta inaugurale del nuovo Parlamento i senatori e i deputati eletti, dopo aver dato vita ai gruppi parlamentari, dovranno scegliere come primo atto i presidenti di Camera e Senato: un voto che di fatto indica una maggioranza e prelude a un accordo di massima sul Governo. Tra il 16 e il 17 dovrebbe arrivare l’elezione dei capigruppo.

Le consultazioni in tempi rapidi: forse già dal 15 ottobre

Le urne hanno consegnato al Paese una maggioranza ampia e nel rispetto dei tempi dettati da Camera e Senato e dagli accordi politici, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si appresta ad affrontare i passaggi istituzionali in tempi brevi. Quindi, una volta eletti i vertici del Parlamento Mattarella è pronto ad aprire le consultazioni che potrebbero tranquillamente svolgersi anche di sabato e domenica. Vale a dire, ove ci siano le condizioni, già il 15 e 16 di ottobre. O, in alternativa, il 17 o il 18 ottobre.

L’iter è quello classico: il capo dello Stato chiamerà al Quirinale i capigruppo, i leader delle coalizioni, gli ex presidenti delle Camere e i presidenti emeriti della Repubblica per capire gli orientamenti prima di affidare l’incarico a formare il nuovo Esecutivo. Al termine del confronto nello studio alla Vetrata, forse il giorno seguente, dovrebbe arrivare l’incarico al presidente del Consiglio indicato che dovrebbe essere Giorgia Meloni, leader del partito più votato della coalizione vincente di centrodestra.

L’incarico e il nuovo governo

Prassi vuole che la persona incaricata accetti con riserva e svolga un giro di colloqui prima di tornare al Colle per accettare e presentare la lista dei ministri. Molto, in questo passaggio, dipenderà dagli equilibri interni al centrodestra, equilibri che decideranno dunque le caselle del futuro esecutivo. L’articolo 92 della Costituzione prevede la nomina dei ministri da parte del capo dello Stato su proposta del presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi Meloni ha raccolto i desiderata di Lega e Forza Italia ma non ha sciolto il rebus sui ministeri chiave: Economia, Esteri e Interno. La leader di FdI dovrebbe salire quindi di nuovo al “palazzo dei Papi” per consegnare la lista dei ministri e accettare l’incarico.

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