Ore 10.23 – A livello mondiale, le donne arrivano in media alla pensione con appena il 74% rispetto a quella degli uomini, il 63% in Messico, il 76% in Italia e il 77% in Europa.
La differenza tra i Paesi inclusi nell’analisi a livello globale, va dal 60% nel peggiore dei casi (Nigeria) al 90% nel migliore (Corea del Sud). Il Messico si trova, quindi, fra i Paesi che registrano i maggiori divari.
È quanto rileva lo studio Global gender wealth equity 2022 di Wtw, società di consulenza assicurativa multinazionale britannico-americana, che ha studiato il profilo di accumulazione di ricchezza per uomini e donne durante la vita lavorativa ed ha riscontrato, per queste ultime, svantaggi che si basano, tra gli altri, sui seguenti fattori:
a) Retribuzione inferiore rispetto agli uomini, che contribuisce a ridurre il risparmio e la generazione di ricchezza per gli stessi ruoli lavorativi svolti dagli uomini.
b) Meno opportunità di promozione e riconoscimento rispetto agli uomini, che risultano in una minore crescita salariale e una minore ricchezza accumulata.
c) Lacune nella carriera dovute alla maggiore probabilità che le donne debbano abbandonarla temporaneamente o definitivamente per adempiere alle responsabilità di cura famigliare.
d) Maggiori oneri associati al ruolo e alle responsabilità famigliari pur rimanendo impiegate che, influenzando la carriera e la retribuzione, incidono direttamente sulla ricchezza accumulata.
L’Italia, dunque, sottolinea il rapporto, con il suo 76% presenta un divario di genere in linea rispetto alla media in Europa e migliore rispetto alla media globale. In Europa è la Spagna ad aver ottenuto il punteggio più alto (86%).
Lo studio evidenzia inoltre che il divario previdenziale tra i generi aumenta man mano che si avanza nella scala dirigenziale. Al momento del pensionamento, le donne che ricoprono ruoli di responsabilità e di dirigenza raggiungono solo il 62% della pensione corrispondente a pari ruoli maschili. Per i ruoli professionali e tecnici di medio livello, il divario è ancora sostanziale (69%), ma si riduce notevolmente (89%) per i ruoli operativi e di supporto.
La stessa tendenza si rispecchia in Italia con le rispettive percentuali: 61% (dirigenti), 72% (professionisti e tecnici) e 93% (operativi).
Per quanto riguarda gli altri Paesi nel mondo, il divario di genere negli Stati Uniti (75%) si è attestato appena al di sopra della media globale del 74%, mentre il Canada ha ottenuto risultati leggermente migliori (78%). La Nigeria ha il più alto divario di ricchezza tra i generi nello studio (60%), seguita da vicino dall’Argentina (61%), dal Messico e dalla Turchia (63%).»