In Italia una sentenza limita l’utilizzo delle immagini dei beni culturali

In Italia una sentenza limita l'utilizzo delle immagini dei beni culturali / Foto di Ailbhe Flynn su Unsplash

Ore 13.24 – Una sentenza ha dichiarato per la prima volta l’esistenza del diritto all’immagine dei beni culturali quale espressione della prerogativa all’identità collettiva dei cittadini garantita dalla Costituzione italiana. Il Bel Paese riconosce il patrimonio artistico come parte integrante dell’essenza nazionale, per cui questa decisione impedirà l’uso indiscriminato delle rappresentazioni delle opere, soprattutto a fini pubblicitari. Il verdetto è stato emesso dal Tribunale di Firenze, interpellato dalla Galleria dell’Accademia in merito all’uso ritenuto abusivo di una foto del David di Michelangelo.

Una “nota casa editrice”, senza permesso e senza pagare il canone d’uso, ha pubblicato il capolavoro del Buonarroti sulla copertina di una rivista per scopi pubblicitari. Non solo, ma l’illustrazione raffigurante la scultura è stata sovrapposta tramite cartotecnica lenticolare a quella di un modello, distorcendola completamente. I fatti hanno spinto la Galleria a intraprendere un’azione legale, come aveva fatto nel 2017 quando il David era stato utilizzato per scopi commerciali su volantini. Il Tribunale aveva allora emesso la famosa ordinanza “anti-bagarini”, richiedendo il pagamento e l’autorizzazione per l’uso dell’immagine del David.

Ma ora non si parla solo del David, né di casi isolati. Secondo il Tribunale di Firenze, la riproduzione non autorizzata ha causato un danno patrimoniale, legato alla mancata remunerazione per l’uso del bene (che ammonta a 20.000 euro, secondo le tariffe) e un oltraggio non patrimoniale valutato in 30.000 euro, dato che la società editoriale ha «insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, degradando, oscurando, umiliando il suo alto valore simbolico e identitario come opera d’arte e sfruttandola a fini pubblicitari e promozionali».

Secondo l’autorità giudiziaria fiorentina, così come viene garantito il diritto all’”identità personale”, cioè a non veder alterato e travisato il proprio patrimonio intellettuale, politico, sociale, religioso, ideologico e professionale (come riportato dall’Articolo 2 della Costituzione), deve essere nello stesso modo garantito quello all’identità collettiva dei cittadini, che si riconoscono come appartenenti allo Stato anche in virtù del patrimonio artistico e culturale che è parte della memoria della comunità nazionale. Un concetto protetto dall’articolo 9 della Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Con questa sentenza l’ordinamento italiano dà un passo inedito nel campo della tutela dei beni culturali. «Ormai è stato affermato un principio che esula dal singolo caso», ha affermato Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia.

«Apprezzo la sentenza del Tribunale di Firenze sul David di Michelangelo, che riconosce il principio di un diritto all’immagine», ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, senza soffermarsi su aspetti che —secondo alcune voci— potrebbero mettere in discussione la campagna “Open to Meraviglia” di Enit e il ministero del Turismo. «In generale» —ha aggiunto— «senza entrare nei dettagli del dispositivo che non conosco, si deve affermare che l’utilizzo a fini commerciali per i beni culturali va pagato, mentre deve essere gratuito per le immagini a fini didattici e di studio. Conforta che i giudici la pensino come il ministero della cultura».

Foto di Ailbhe Flynn su Unsplash

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