Ore 13.35 – Un anno indimenticabile. Piazza Affari è stata assoluta protagonista in questo 2023 in cui le classi di investimento sono tornate a salire in modo corale. Il più significativo indice azionario della Borsa Italiana (il Ftse Mib) ha registrato un +28%, facendo meglio del più importante indice azionario statunitense (S&P 500) (+25%) e della media delle Borse europee (indice Eurostoxx 50 a +19%). L’indice delle le società italiane ad alta capitalizzazione azionaria ha superato per la prima volta dal 2008 la soglia dei 30.000 punti, chiudendo per la precisione nella seduta di ieri a 30.351 punti. Tra i titoli guida i bancari, trainati da Unicredit (+85%). Al secondo posto Leonardo (+82%) seguita da Stellantis (+60%). In ripresa anche due titoli che negli ultimi anni hanno sofferto come Banca Mps (+58%) e Telecom Italia (+39%), decimo nella classifica delle 40 grandi italiane.
Solo cinque titoli hanno deluso marciando in controtendenza: Italgas (-0,29%), Erg (-1,1%), Tenaris (-1,93%) e FinecoBank (-13,66%). Fanalino di coda Diasorin (-29%), uno dei più in voga ai tempi della pandemia.
Le grandi italiane hanno battuto la concorrenza europea. Il Cac 40 di Parigi è salito del 15%, mentre il Dax 40 di Francoforte, pur avendo aggiornato i massimi storici, è salito meno (+21%) in termini percentuali. Tra i grandi indici mondiali il Ftse Mib è secondo solo a quello delle maggiori 100 imprese non-finanziarie quotate nel mercato borsistico Nasdaq (il NASDAQ-100, con +44%) mentre anche il Nikkei 225 di Tokyo, in forte ripresa (+27%) grazie alla politica espansiva della banca centrale giapponese, si trova alle sue spalle.
È stato un anno da incorniciare in cui oltre alla generosa politica di dividendi (punto di attrazione del listino italiano su scala internazionale) le grandi italiane hanno dimostrato una certa modernità, spingendo anche sul riacquisto di azioni proprie, una politica da anni seguita a Wall Street e che piace a molti investitori, anche per ragioni fiscali. Molto attive su questo fronte Unicredit, Stellantis, Bpm, Bper, Erg, Eni ed Enel.
Nonostante l’ottima annata, il multiplo a cui quotano le azioni italiane (13 volte gli utili attesi per il 2024) resta ancora basso e, per certi versi, invitante. Ovviamente molto dipenderà dall’evoluzione dell’economia e dalla capacità delle aziende quotate di mantenere fede alle promesse degli analisti che per i prossimi 12 mesi si attendono una ulteriore crescita degli utili. Non sarà facile battere le stime, in particolare per le banche, dato che il mercato si aspetta sei tagli dei tassi da parte della Bce (Vito Lops – Il Sole 24 Ore).
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