Ore 16.50 – Una corte d’appello degli Stati Uniti ha riattivato oggi una causa da 10 miliardi di dollari intentata dal Messico per ritenere i produttori statunitensi responsabili di aver facilitato il traffico di armi ai cartelli della droga attraverso il confine meridionale con il Paese latinoamericano.
La Corte d’Appello del 1° Circuito, con sede a Boston, ha ribaltato la decisione di un giudice di grado inferiore che aveva respinto il caso sulla base del fatto che una legge impediva al Messico di fare causa a Smith & Wesson Brands, Sturm, Ruger & Co ed altri.
La legge federale sulla protezione del commercio legale delle armi (Protection of Lawful Commerce in Arms Act, PLCAA) fornisce alle aziende statunitensi appartenenti a questo settore un’ampia protezione dalle cause giudiziarie sull’uso improprio dei loro prodotti.
Gli avvocati messicani si sono difesi sostenendo che le norme citate dal giudice si riferiscono solo alle azioni legali per infortuni che si verificano negli Stati Uniti e non proteggono i fabbricanti e distributori citati in giudizio in base alla loro presunta responsabilità per il traffico di armi a criminali di un altro Paese.
I tre giudici della corte d’appello, Kayatta, Gelpí e Montecalvo, hanno affermato che la norma può anche essere applicata a cause legali promosse da governi stranieri, ma la controversia presentata dal Messico «plausibilmente fa valere un tipo di rivendicazione che è statutariamente esente dalla protezione generale della PLCAA».
Gli avvocati del governo messicano e dei produttori di armi non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.
Il Messico afferma che ogni anno vengono trafficate oltre 500mila armi da fuoco dagli Stati Uniti verso il Messico, di cui oltre il 68% è prodotto dalle società citate in giudizio, tra cui anche l’italiana Beretta Holding, Beretta USA, Barret Firearms Manufacturing, Colt’s Manufacturing Co. e Glock Inc (Reuters).
Foto: Gunsinternational.com
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