
Ore 13.06 – A seguito dell’annuncio da parte della società statunitense Dana, —specializzata nella produzione di componenti per l’industria automobilistica— della cessione delle sue attività nella regione italiana del Trentino-Alto Adige, si è tenuto a Roma un incontro presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove le autorità e le rappresentanze sindacali del Bel Paese hanno incontrato i dirigenti dell’azienda.
«La dirigenza della Dana ha chiarito che la vendita della divisione off-highway —che fabbrica parti per veicoli del settore agricolo e delle costruzioni— coinvolge tutti i 30 stabilimenti sparsi nel mondo, che occupano complessivamente 9500 dipendenti», hanno spiegato i rappresentanti sindacali presenti alla riunione. «È stato confermato anche lo spostamento in Messico, da metà 2026, di circa il 30 per cento della produzione dello stabilimento di Rovereto», hanno aggiunto, indicando che hanno chiesto quali siano i motivi per i quali ad essere colpito dalla scelta di delocalizzare è proprio e soltanto, tra i 30 stabilimenti Dana nel mondo, lo stabilimento di Rovereto, ottenendo risposte giudicate evasive ed insoddisfacenti.
«Confermiamo il massimo impegno come Provincia autonoma di Trento e Trentino per garantire la continuità produttiva e occupazionale degli stabilimenti di Rovereto ed Arco», ha detto l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli a Roma assieme alla dirigente generale Laura Pedron e il al direttore di Confindustria Trento Roberto Busato.
Le ricadute sul territorio di un eventuale chiusura degli stabilimenti trentini preoccupano i sindacati e i politici italiani. Anche il Polo della Meccatronica venne fondato anche per volontà e finanziamento della Dana. Una volta chiusa la produzione quale potrebbe essere il suo futuro? È tra le domande a cui si cercherà di dare risposta.
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