
Ore 09:46 – (Fanpage) Ombre lunghe sul Giro d’Italia 2025 appena concluso con la straordinaria vittoria di Simon Yates che ha beffato nelle tappe finali della Corsa Rosa sia il messicano del Toro che l’ecuadoriano Carapaz, arrivati rispettivamente secondo e terzo in classifica generale e che hanno gettato al vento il successo per marcarsi a vicenda, favorendo il britannico della Visma-Lease a Bike per un pirotecnico epilogo a sorpresa contro ogni previsione.
Sotto l’occhio vigile del Comitato etico dell’Unione ciclistica internazionale (Uci) è finita la 20a tappa e due nomi in particolare: Richard Carapaz e Dries De Bondt. Con il secondo che, pur correndo per una squadra rivale, la Decathlon AG2R La Mondiale, avrebbe di fatto aiutato il ciclista in fuga a seguito di una promessa di un nuovo, futuro, ingaggio.
L’Uci non ha potuto fare altrimenti di fronte a diverse segnalazioni e ai fatti accaduti nella penultima tappa del Giro 2025 dove Simon Yates ha conquistato di fatto la maglia rosa sfilandola a del Toro e beffando Carapaz. Quando De Bondt si è infiltrato nella fuga e ha lavorato a favore di EF Education-EasyPost e, in particolare, a favore del suo capitano Richard Carapaz, molti hanno storto il naso per quella iniziativa inusuale da parte di un corridore per un’altra formazione e ben presto si sono collegati i fili di una giornata che è finita sotto indagine.
Lo stesso De Bondt proprio alla vigilia della 20a tappa aveva infatti rilasciato dichiarazioni precise sul proprio incerto futuro: senza ancora un rinnovo in mano aveva espresso il suo desiderio di continuare e offrirsi a chi avrebbe avuto interesse. «Sapevo di non aver ancora concluso nulla con la mia squadra, quindi ho parlato con diversi dirigenti per far sapere loro che ero disponibile. Tra questi, anche Ken Vanmarcke», ha raccontato De Bondt, riferendosi a uno dei dirigenti della EF. «Prima della 20a tappa, è venuto a continuare la conversazione. Mi ha chiesto se avessi qualcosa in programma per quel giorno e mi ha detto che se fossi riuscito a entrare nella fuga e a contribuire all’esito del Giro, si sarebbe potuta presentare una seria opportunità per me».
Frasi che di fronte a quanto poi avvenuto hanno fatto scattare l’allarme, le polemiche e l’attuale indagine da parte dell’Uci per possibile violazione dell’articolo 1.2.081 del regolamento che stabilisce che i corridori debbano lottare «in modo sportivo per le proprie opzioni» senza eventuali compensi aggiuntivi o promesse di ingaggio. Ora, però, appare evidente il conflitto di interessi da parte di De Bondt e della stessa EF – al di là dell’esito finale con Carapaz poi solo 3° sul podio. C’è l’accusa di corruzione che dev’essere attentamente analizzata e che, dovesse essere accertata, finirebbe con il sancire una multa salata all’EF e a De Bondt, malgrado lo stesso Ken Vanmarcke abbia provato a difendersi: «Le collaborazioni tra corridori o squadre non sono una novità, né nel mondo delle corse né fuori. Se l’Uci decide di perseguire ognuno di questi casi, avrà bisogno anche lei di una squadra enorme».
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