Ore 12.23 – Nel contesto delle celebrazioni legate alla Giornata del design italiano in Messico, è stata inaugurata ieri all’Università Anáhuac della capitale la mostra Olivetti in Messico – Design, comunicazione e architettura.
L’esposizione, realizzata su una superficie di circa 250 mq con oltre 200 opere, illustra la dimensione concreta della politica dell’Olivetti in America Latina (Messico, Brasile, Argentina e Colombia), con una particolare attenzione al ruolo della società nella diffusione della cultura in Messico.
«La mostra di Olivetti fornisce uno spaccato sull’importanza del ruolo svolto dall’azienda in Messico negli anni ’50 e ’60», ha commentato l’ambasciatore d’Italia in Messico Luigi De Chiara al termine dell’evento.
«Olivetti» —ha aggiunto— «ha rappresentato l’utopia di un capitalismo umanizzato, di una civiltà industriale a misura di essere umano oltre che un esperimento pionieristico sul rapporto fra comunità, sistema di produzione e ambiente che li ospita di cui si dibatte molto oggi. Questa utopia, sotto forma di progetto industriale e sociale, è stato un modello replicato anche in Messico seguendo gli stessi criteri umanistici che si stavano attuando in Italia».
Una delle sezioni della mostra —curata da Pier Paolo Peruccio, docente del Politecnico di Torino e da Alessandro Colombo, docente del Politecnico di Milano— è dedicata ai Giochi Olimpici del 1968, per i quali Olivetti venne incaricata dell’allestimento dell’intero sistema mediatico dell’evento, dal progetto architettonico delle 19 sale stampa, il disegno degli arredi e la progettazione dei materiali promozionali, fino alla campagna pubblicitaria della manifestazione.
Nel corso della mattina hanno inoltre avuto luogo all’Università Anáhuac la conferenza magistrale di Ludovica Serafini, Testimonial e Ambasciatrice del Design Italiano in Messico per il 2023, e una tavola rotonda nella quale diverse voci italiane e messicane hanno discusso della storia e dell’attualità dell’esperienza di Olivetti (ANSA).