Ore 04.51 – L’Ambasciatore d’Italia in Messico, Alessandro Modiano, ha annunciato l’arrivo per la prima volta in terra azteca della mostra Forme e Colori dell’Italia Preromana, curata da Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del ministero italiano della Cultura.
«Inaugureremo l’esposizione l’11 luglio nella Media Luna del Museo Nazionale di Antropologia della capitale» —ha detto Modiano in conferenza stampa— «e sarà uno degli eventi importanti nell’ambito delle celebrazioni del 150º anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e il Messico».
Massimo Osanna, curatore della mostra insieme all’archeologo Luca Mercuri, è stato soprintendente per i beni di Pompei, Ercolano e Stabia e direttore generale della Soprintendenza di Pompei. Nel suo periodo fu realizzato un ampio progetto di investimenti pubblici, denominato Grande Progetto Pompei, che rilanciò completamente il parco.
Forme e colori raccoglie reperti provenienti dai musei di Bari e Taranto e soprattutto dai siti archeologici di Canosa. Agli occhi degli specialisti non può sfuggire l’alto valore di questi pezzi che testimoniano la commistione tra l’arte greca e quella italica nella produzione di un popolo “di confine”, i Dauni, stanziati nel nord della Puglia in epoca preromana e impegnati —dall’VIII secolo a.C.— in una fitta rete di scambi commerciali e culturali con le colonie della Campania e della stessa Puglia. La regione subì successivamente gli influssi della civiltà greca e della Magna Grecia a partire dalla fine del V e dall’inizio del IV secolo a.C.. Anche i visitatori meno esperti riescono a cogliere subito la particolarità di oggetti che somigliano in parte a quelli greci, conservando, tuttavia, caratteristiche tipicamente italiche.
L’antica Daunia corrispondeva a buona parte delle attuali province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, assieme all’estremo margine settentrionale della provincia di Potenza (quest’ultima situata in Basilicata).
Si tratta di materiale proveniente dagli ipogei —gallerie sotterranee destinate ai riti funerari—, conservati nei depositi dei Musei di Puglia o recuperati dal traffico illegale. Dopo la prima tappa a Santiago del Cile e quelle a Buenos Aires e San Paolo, la mostra Forme e Colori arriva a Città del Messico. Un’occasione unica per approfondire una fase della storia dell’Italia forse poco conosciuta all’estero, ma senz’altro meritevole.
La realizzazione di questa esposizione si inserisce nell’ambito del programma di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale italiano denominato Il racconto della bellezza, frutto della collaborazione tra la direzione generale dei Musei del ministero della Cultura e la direzione generale della Diplomazia pubblica e culturale del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.
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