Di Sara Carrillo Reid
Ore 09.48 – Fabiola Quezada, l’artista messicana vincitrice nel 2004 del Premio della Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Lissone, in Lombardia, è tornata sulla scena artistica italiana con la mostra L’uomo a nudo, in cui attraverso fotografie, acquerelli e dipinti ad olio ha esposto la vulnerabilità della figura maschile dal punto di vista femminile.
La mostra si è svolta dall’11 luglio al 7 agosto 2024 nell’ambito della manifestazione Il Messico a Milano: celebrando i 150 anni di relazioni diplomatiche con l’Italia organizzata dal Consolato del Paese latinoamericano nel capoluogo lombardo.
In un’intervista della giornalista Sara Carrillo Reid per Puntodincontro, la pittrice diplomata con lode all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, ha parlato delle sue recenti riflessioni sul nudo maschile, tema con cui lavora da 20 anni con lo scopo di rivendicare il diritto della donna ad interpretare il corpo dell’uomo, rompendo con i vecchi schemi delle arti plastiche.
Nello stile della creatrice nata a Temascalapa, l’identità messicana è presente nei colori —mescolati con la tradizione classica, la pittura moderna e tocchi contemporanei— in tele dove risalta la vulnerabilità del corpo, con uno sguardo intimo che lascia da parte il lato esplicito per approfondire nell’emotività.
Per l’artista plastica, questa ricerca della bellezza maschile vista dalla prospettiva di una donna contribuisce a cambiare la percezione del maschilismo, a rompere i tabù sociali e a lottare all’interno di un mondo patriarcale per l’uguaglianza di genere.
«Intuitivamente ho sempre pensato che posso fare le stesse cose che fanno gli uomini, non è che gli uomini e le donne siano uguali, ma abbiamo le stesse opportunità», afferma Quezada. La sua esperienza personale l’ha portata a una profonda riflessione sul lavoro e sull’arte delle donne come agenti di cambiamento, dove la creatività femminista è uno strumento per rivelare ciò che gli uomini hanno espresso per molti anni: il nudo.
Per Fabiola Quezada l’opportunità di spogliare un uomo con gli occhi è stata una sfida. «È stato difficile, perché nessuno mi capisce, manca quella visione. È molto difficile capire i nudi maschili fatti dalle donne… e per me è estremamente importante, perché per un uomo esporre una donna nuda è normalissimo, ma per una donna, cominciando dal contattare il modello maschile, diventa complicato», dice la pittrice, che ha dovuto affrontare non solo i tabù sociali e la mancanza di visione del ruolo delle donne nel mondo dell’arte, ma anche la mancanza di sicurezza che può comportare realizzare gli schizzi con un modello dal vivo.
Ma queste sfide hanno costruito la sua identità di artista con opere in passato dal contenuto sociale e politico, che oggi la portano a vedere con più consapevolezza quelle tele di più di un metro dove i fiori assumono un ruolo da protagonisti e mostrano la parte più intima della figura maschile con forti messaggi impliciti, a conferma del fatto che un artista nel suo lavoro dice più di quello che intende.
Foto: Fabiola Quezada