
Ore 07:53 – Il ministero italiano degli Affari esteri ha pubblicato sul suo sito una nota in cui descrive l’impegno del Messico nei confronti dell’economia circolare e le opportunità di collaborazione che nascono dai processi che devono essere intrapresi per promuovere questa strategia.
Il Messico —si legge nel testo— punta a rafforzare il proprio impegno verso l’economia circolare, promuovendo pratiche basate sulla riduzione degli sprechi e il riutilizzo delle risorse. In questo contesto, stanno emergendo iniziative mirate a integrare un approccio più strutturato e sostenibile nei processi industriali e nei sistemi di gestione dei rifiuti.
Uno dei primi segnali di questa svolta è il progetto di riqualificazione dell’ex raffineria di Tula, nello Stato di Hidalgo, destinata a ospitare un parco industriale con un centro dedicato all’economia circolare. Il piano prevede la realizzazione di impianti per il riciclo della plastica, la gassificazione dei residui organici e il recupero dei materiali da costruzione. Un’iniziativa simile è stata annunciata nello Stato di Quintana Roo, con la creazione di un impianto per il trattamento della macroalga del sargasso, il cui utilizzo potrebbe offrire benefici sia per il settore turistico sia per la produzione di biomassa e fertilizzanti.
Del resto, il Messico si trova ancora in una fase iniziale nel percorso verso un’economia circolare e ci sono ampie possibilità di sviluppo. I dati attuali indicano che solo il 9,6% dei rifiuti solidi urbani viene riciclato, con percentuali più elevate per alcuni materiali, come la plastica, ma ben al di sotto degli standard internazionali. Anche il settore delle costruzioni presenta margini di miglioramento significativi, considerando che ogni anno vengono prodotti oltre 10 milioni di tonnellate di residui, di cui più della metà proviene da opere pubbliche. Il tasso di circolarità dei materiali è attualmente dello 0,4%, in linea con il resto dell’America Latina, ma distante dalle medie globali, evidenziando la necessità di interventi normativi e infrastrutturali per migliorare l’efficienza del sistema.
Un passo significativo è stato compiuto con l’approvazione della Legge sull’Economia Circolare a Città del Messico, un territorio strategico sia per il volume dei rifiuti prodotti sia per il suo peso economico a livello nazionale. Parallelamente, il ministero dell’Ambiente ha avviato un processo di definizione di una strategia nazionale, in collaborazione con partner internazionali, per delineare le priorità d’azione nei prossimi anni. In questo contesto, si stanno sviluppando modelli di collaborazione pubblico-privata come quello del Sistema di Economia Circolare dello Stato di Querétaro, che ha già permesso di ottenere risparmi significativi e ridurre le emissioni di CO2.
Guardando alle prospettive future, il Messico sta esplorando settori chiave che potrebbero beneficiare di un’integrazione più ampia dei principi dell’economia circolare. L’elettromobilità, in particolare, rappresenta un ambito strategico per il Paese, già tra i principali produttori mondiali di automobili, mentre la bio-economia offre opportunità legate al riutilizzo degli scarti delle coltivazioni di agave e avocado. Inoltre, l’interesse per l’idrogeno verde si inserisce nelle politiche di transizione energetica, con il potenziale di sostenere l’industria e le città del futuro. Queste iniziative potrebbero rappresentare un’opportunità per lo sviluppo di collaborazioni internazionali, in particolare con Paesi che hanno maturato un’esperienza consolidata nel settore della circolarità. Il Messico sta poi valutando incentivi fiscali per le imprese straniere che investiranno in progetti di economia circolare, un elemento che potrebbe attrarre investitori interessati a contribuire alla trasformazione del modello produttivo locale.
Foto: esteri.it