
Ore 17:44 – (ANSA) Un invito a Roma accettato da Trump e un’apertura a considerare di incontrare, in quell’occasione, anche i vertici dell’Unione europea per provare davvero a chiudere un accordo sui dazi che entrambi sono convinti si farà «al 100%».
Pure se Donald Trump sul punto non ha «cambiato idea», Giorgia Meloni porta a casa, tra fuori programma, battute che stemperano una evidente tensione e molti complimenti, quell’apertura che contava di ottenere dal presidente statunitense nei confronti dell’Europa per mitigare gli effetti di nuove tariffe commerciali annunciate, e per ora congelate, che sarebbero pesantissime per il vecchio continente e per l’Italia in primis.
«Non posso siglare accordi per l’Ue, ma sono qui per cercare di trovare il giusto punto di equilibrio a metà strada», ha spiegato la premier in premessa, quando le due delegazioni si sono sedute al tavolo per il pranzo di lavoro alla Casa Bianca.
Bisogna «parlarsi francamente», come possono fare due leader che parlano di fatto la stessa lingua. «L’Italia è il miglior alleato degli Usa, ma finché c’è Giorgia premier», ha detto Trump, che non ha risparmiato qualche punzecchiatura a quella che comunque ha definito una «donna fantastica» e che sta facendo «un ottimo lavoro».
Quando la premier ha assicurato che l’Italia sta mantenendo i suoi impegni sui finanziamenti per la difesa, con l’annuncio del raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil al prossimo vertice Nato, Trump ha puntualizzato, che «non è mai abbastanza», pur sorridendo in direzione del suo vicepresidente. J.D Vance, che peraltro rivedrà la presidente del Consiglio italiana nel giro di poche ore, ricevuto a Palazzo Chigi per un bilaterale seguito da un pranzo esteso anche ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Un’altra occasione per parlare di dazi e non solo.
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