Referendum 2022, voteranno anche gli italiani all’estero

Referendum 2022, voteranno anche gli italiani all'estero

Ore 15.50 – Referendum 2022: si voterà in primavera, ma “solo” per i quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale sulla giustizia. La Consulta ha dichiarato inammissibili altre tre domande che riguardavano l’eutanasia, la “legalizzazione” della coltivazione della cannabis e la responsabilità civile diretta dei magistrati. Adesso il Consiglio dei Ministri è chiamato a fissare la data (o le date) per i referendum abrogativi.

Voteranno anche gli italiani all’estero

Flavio Sereni, capo della Cancelleria consolare dell’Ambasciata d’Italia in Messico ha confermato a Puntodincontro che «la legge prevede che i residenti all’estero partecipino con voto per corrispondenza alle elezioni politiche e ai referendum, pertanto gli iscritti AIRE in Messico e Belize [e in tutti gli altri Paesi del mondo, ndr] voteranno per i cinque quesiti referendari».

«Il Governo deciderà» —ha aggiunto— «quando avrà luogo il referendum, in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Tutte le schede votate all’estero vengono portate a Roma entro il giorno della votazione, in modo che siano scrutinate contestualmente a quelle votate in Italia. I tempi di ricezione e rinvio alle Ambasciate dei plichi elettorali saranno definiti dal Ministero degli Affari Esteri dopo che il Governo avrà indicato la data di svolgimento della consultazione referendaria».

Per cosa si vota

Sono cinque i quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale, si tratta di referendum abrogativi sul tema della giustizia che qui di seguito brevemente descriviamo:

Incandidabilità dopo la condanna – il referendum chiede di abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi.

Separazione delle carriere – Questo quesito del referendum chiede lo stop delle cosiddette “porte girevoli”, impedendo al magistrato durante la sua carriera la possibilità di passare dal ruolo di giudice (che appunto giudica in un procedimento) a quello di pubblico ministero (coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) e viceversa.

Riforma Csm – si chiede che non ci sia più l’obbligo di un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura.*

Custodia cautelare durante le indagini – si chiede di togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo.

Valutazione degli avvocati sui magistrati – il quesito chiede che gli avvocati, parte di Consigli giudiziari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità.

* Se prima delle votazioni per il referendum 2022 passasse in parlamento la riforma Cartabia che prevede l’abolizione di questa soglie di firme, il quesito decadrebbe in automatico.

Serve il quorum?

A differenza di un referendum costituzionale confermativo, per un quesito abrogativo è previsto il quorum perché l’esito delle urne sia valido: per i 5 referendum sulla giustizia per cui si voterà nella primavera 2022 dovrà esprimersi almeno il 50% più uno degli elettori che ne ha diritto. Sotto la soglia del 50% più uno, i risultati dei referendum saranno nulli e non ci saranno cambiamenti alle leggi.

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