“Materiae”, a Roma il progetto dell’artista messicano Javier Marín

“Materiae”, a Roma il progetto dell’artista messicano Javier Marín / Foto: EFE - Carmen Jaquete e Agenzia Reforma

Ore 13.41 – Si è aperta al pubblico a Roma il 3 luglio nelle due sedi del Palazzo Esposizioni e del Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano, la mostra Materiae, dedicata all’artista messicano Javier Marín.

Allestito sino al 6 ottobre, il progetto espositivo è uno dei principali appuntamenti di rilevanza culturale all’interno delle celebrazioni dei 150 anni della nascita dei rapporti diplomatici tra l’Italia e il Messico.

Promossa dal ministero della Cultura, dalla direzione generale Musei, dall’assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’azienda speciale Palaexpo, con il patrocinio dell’ambasciata del Messico in Italia e gli auspici della presidenza della Commissione cultura della Camera dei deputati, la mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Javier Marín, la Galleria Terreno Baldio Arte e la Galleria Barbara Paci.

Scultore, disegnatore e pittore, Javier Marín (Uruapan, Messico, 1962) ha da sempre reso omaggio, con il suo lavoro ultratrentennale, alla cultura e alla storia dell’arte italiana, contaminando i temi di ispirazione preispanica con forme e linguaggi propri del manierismo toscano e del barocco romano.

L’esposizione racconta il percorso dell’artista e la sua ricerca, dalle prime esperienze di scultura monumentale —realizzate con materiali come la terra rossa di Oaxaca o il bronzo lavorato nelle fonderie messicane— fino alle nuove sperimentazioni in resina riciclata, ottenute attraverso immagini digitali o utilizzando stampanti 3D.

Le opere di Marín sono frutto del dialogo tra la cultura di provenienza e le esperienze artistiche italiane. In particolare, nell’ambito della cultura e della storia messicana, l’artista indaga, con spirito critico e al tempo stesso con fiducia, le vicende dei secoli XVI e XVII.

Materiae è una raccolta di opere che narra, nell’insieme, le diverse direzioni intraprese da Marín con la sua ricerca. Corpi senza peso e flessibili, forme carnose, esuberanti e in tensione, trovano un’espressione inedita attraverso l’impiego di nuovi materiali, supporti e formati: oltre al marmo e al legno, il disegno digitale, la pittura, la resina poliestere e l’arazzo (Aise).

Foto: EFE – Carmen Jaquete e Agenzia Reforma

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